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Considerazioni sul PERDONO

PERDONARE SIGNIFICA LIBERARE UN PROGIONIERO E SCOPRIRE CHE QUEL PROGIONIERO ERI TU (Lewis B. Smedes)

 

La parola PERDONARE, non deriva dal latino ma dalla lingua volgare. Il primo ad usare questa parola fu San Francesco D’Assisi che di rientro dalle Crociate d’Egitto scrisse per la prima volta “Beati quelli che perdonano per lo tuo amore”.

Il verbo “PERDONARE” è stato interpretato in vari modi ma il suo vero significato è IMPARARE A DIVIDERE IL GIUDIZIO DI UNA PERSONA DALLE AZIONI CHE HA FATTO.

Non sempre è facile perdonare un torto o un tradimento perché il tradimento è mancanza di rispetto e quindi un’offesa alla dignità cioè un disconoscimento dell’individualità e del valore della persona verso cui è rivolto.

Il dolore che si prova in un caso del genere non è sempre facile da tollerare e spesso lo si mette a tacere sperando che passi. Ma perdonare non significa far finta che non sia successo nulla. Il perdono non è una sconfitta. Al contrario esiste un rapporto profondo tra DONO e PER-DONO.

Il perdono consiste nella capacità di continuare a credere nel rapporto con l’altro tenendo conto delle sue fragilità.

Dal punto di vista psicologico il perdono non va inteso come un atto di debolezza, anzi, al contrario, è proprio rimanendo aggrappati alla rabbia e al risentimento che ci si rende deboli.

Al contrario allontanare le emozioni negative è imparare a vivere con un ricordo e riconoscere l’errore.

Perdonare è dunque cercare di ritrovare la pace che ognuno di noi merita. E la pace interiore può essere raggiunta solo quando pratichiamo il perdono (Gerald Jampolsky).

Perdonare vuol dire CURARSI e questa cura deve partire dal PERDONO verso noi stessi.

La scarsa autostima ci induce a pensare che se le cose vanno male è solo colpa nostra. Gli errori vanno considerati come opportunità e allora il perdono diventa libertà e crescita.

Il tutto deriva dalla parola GRATITUDINE che ci apre le porte verso gli altri e verso noi stessi.

Dobbiamo esser grati per il dono prezioso che abbiamo ricevuto e cioè la vita.

Pensare positivo, accontentarci ed imparare a ringraziare concentrando le energie sul qui e ora.

Diversi studi ormai hanno confermato come la gratitudine aiuti le persone a stare meglio ed è quindi considerata come una potente arma terapeutica.

 

Tratto: da uno scritto da Davide Algeri (psicologo e psicoterapeuta)

Riferimenti Bibliografici:

  • IL METODO 3T: scopri l’arte della GRATITUDINE attraverso il potere delle 21 parole, di Anna Katia di Sessa.
  • Quaderno degli esercizi per imparare l’arte della gratitudine, di Yves-Alexandre Thalmann.
  • Thanks!: How Practicing Gratitude Can Make You Happier, di Robert A. Emmons.
  • Dono e perdono, di Enzo Bianchi.
  • Questo amore fa male. Come salvarsi dalle relazioni distruttive e tornare a vivere, di Jackson MacKenzie.
  • Ama te stessa. Amarsi così tanto da bastarsi, riconoscere ragazzi pericolosi, uscire da relazioni tossiche, di Grazia Di Leo.

DEPRESSIONE: una dieta sana potrebbe ridurre i sintomi

Apportare modifiche alla dieta potrebbe rappresentare una terapia per alleviare i sintomi della depressione. In uno studio randomizzato sono stati reclutati 76 uomini e donne di età compresa tra i 17 e 35 anni. Tutti presentavano depressione ed ansia e consumavano grandi quantità di grassi e zuccheri. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Uno con indicazioni specifiche per una dieta più sana e l’altro con lo stesso regime alimentare di prima.

Il primo gruppo ha incrementato il consumo di verdure a 5 porzioni al giorno, due di frutta, cereali integrali tre porzioni al giorno, proteine magre tre porzioni al giorno, latticini non zuccherati e pesce. inoltre è stato raccomandato il consumo di tre cucchiai di noci e semi, due di olio di oliva e un cucchiaino di curcuma e cannella.

Dopo tre settimane di una dieta più sana i sintomi della depressione sono diminuiti mentre sono rimasti uguali nel gruppo che non ha cambiato abitudini alimentari.

La depressione è un disturbo di TUTTO IL CORPO non solo della mente, poiché è legato ad una risposta infiammatoria cronica.

Diete squilibrate mantengono uno stato infiammatorio cronico e favoriscono anche la depressione.

MASSAGGIO IN MENOPAUSA

Il Massaggio in menopausa riduce i sintomi e può modulare le percezioni emotive. In particolare il massaggio con gli oli essenziali che contengono fitoestrogeni, può alleviare i disagi della menopausa.

I benefici a livello fisico sono numerosi perché riducono:

LA STASI VENOSA

LA RITENZIONE IDRICA

I CRAMPI NOTTURNI

LA COMPARSA DI CELLULITE

A LIVELLO MENTALE IL POSSIBILE STATO D’ANSIA

LA DEPRESSIONE

LO STRESS.

Il massaggio BIOENERGETICO aiuta la donna ad entrare in contatto con il proprio corpo donando energia ed una maggiore fiducia, in quanto lo scambio energetico ristabilisce il livello di ENDORFINE e di conseguenza ci si sente meglio.

Inoltre si possono avere risultati regolando la pressione arteriosa e il ritmo cardiaco.

Concilia il sonno, favorisce una respirazione più lenta e profonda agevolando una corretta attività polmonare.

Per i problemi della cute, spesso presenti in menopausa, con l’ausilio di oli essenziali migliora il tono e la consistenza.

Anche le ossa traggono beneficio se pur in modo indiretto in quanto migliorando la circolazione sanguigna e linfatica, le nutre adeguatamente dando sollievo al dolore.

In questo modo si può migliorare il benessere in MENOPAUSA lavorando in modo sinergico con adeguata, ATTIVITA’ MOTORIA, ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA REGOLARE.

 

DOTT. MATTI NICOLO’

LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE MOTORIE

MASTER IN TRATTAMENTO SPORTIVO E MIOFASCIALE IN AMBITO OLISTICO

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Per info 3667401308

 

Dai braccialetti intelligenti all’allenatore dello stile di vita, dagli sconti sullo sport ai rimborsi sul premio per chi vuole stare bene e lo dimostra.

Pubblico questo articolo scritto da ANTONELLA ALBERICI ufficio stampa di Agemony per dimostrare quanto l’attenzione allo stile di vita venga sempre più riconosciuta come un fattore fondamentale per mantenere uno stato di benessere al punto che anche le compagnie assicurative ne riconoscono la importanza.

Le nuove polizze 4.0 sono già una realtà e non rimborsano soltanto le spese mediche ma, soprattutto, quelle per mantenersi in buona salute. Una vera e propria rivoluzione, quella introdotta da numerose compagnie assicurative, che ridefinisce completamente il ruolo dell’assicurato responsabilizzandolo sulle scelte di ogni giorno che riguardano la sua salute e garantendo un rimborso per contratto se si impegna concretamente a stare bene e ad abbandonare eventuali abitudini a rischio: attività sedentaria e disordini alimentari in primis

 

 Allenamento e prevenzione

I premi delle varie assicurazioni che hanno introdotto queste nuove polizze coprono generalmente i check-up, le vaccinazioni, le attività sportive e quelle ricreative che possono migliorare la salute dell’assicurato e ridurre il rischio di malattie da stress. Includono anche le spese per “l’allenatore dello stile di vita”, come ad esempio la figura del personal trainer. C’è chi ha previsto un “conto salute” individuale sul quale far confluire una parte del premio non utilizzato nell’anno per il rimborso delle spese dell’assicurato, con lo scopo di finanziare un’indennità alla quale ricorrere in caso di malattie gravi e in condizioni di non autosufficienza. L’obiettivo, per le compagnie assicurative, è sostenere tutte le attività che quotidianamente aiutano la prevenzione delle malattie più tipiche della nostra società, come ad esempio quelle che interessano il sistema cardiovascolare, il diabete, le malattie oncologiche, riducendo così il ricorso a medicinali e trattamenti clinici onerosi anche per il Sistema Sanitario Nazionale e contribuendo a migliorare lo stile di vita degli italiani, popolazione tra le più longeve del mondo ma purtroppo ancora fra quelle più sedentarie.

 

Mens sana in corpore sano

Più che una polizza sulle malattie, oggi si sceglie un percorso di salute nel quale tutto il nucleo familiare è guidato da un pool di specialisti che disegnano e pianificano controlli personalizzati e piani nutrizionali su misura per adulti e bambini, organizzano attività sportive adeguate e forniscono consigli per un riposo di qualità, oltre ad attività ricreative in linea con i propri interessi e per il mantenimento del benessere psicologico. La copertura si estende, quindi, alla gestione complessiva dello stato di salute dell’assicurato. In alcuni casi include ad esempio anche l’acquisto di attrezzature sportive come tapis roulant e cyclette, abbonamenti a palestre, consumo di cibi biologici, utilizzo di alcuni integratori alimentari. Tra le spese coperte anche le attività che favoriscono il benessere mentale come spettacoli teatrali, concerti e viaggi brevi.

 

Le nuove tecnologie al servizio della salute

La crisi del Welfare State ha spinto poi le assicurazioni dell’era 4.0 ad introdurre l’utilizzo dei cosiddetti bracciali intelligenti (wearable device, smartwatch collegati con smartphone o tablet) che forniscono prove e dati in tempo reale dell’attività fisica, dello stato di salute e degli stili di vita dei propri assicurati. Attraverso questa tecnologia gli assicuratori riescono a delineare il livello di rischiosità dei vari clienti, a personalizzare i contratti e a premiare quelli che scelgono una vita sana applicando importanti sconti sulle polizze. A proteggere la nostra salute ci pensano, quindi, anche le nuove tecnologie associate a strumenti assicurativi innovativi. La rivoluzione è appena iniziata e si sta evolvendo a ritmi velocissimi: la promessa è quella di cambiare per sempre, in meglio, la nostra aspettativa di vita ma soprattutto la sua qualità.

OSTEOPATIA, UN AIUTO ALLE DONNE NELLE DIVERSE FASI DELLA VITA

Bellissimo articolo scritto da un Osteopata… quanto si può fare con le terapie complementari!!

Un luogo comune sostiene che tutti gli esseri umani siano simili: se con ciò si intende la costante presenza di una testa, di un tronco e 4 arti, l’affermazione non è sbagliata. Appare comunque più corretto dire che si possono distinguere due diversi tipi di essere umani, i maschi e le femmine, in cui sono individuabili precise differenze. Molti sono gli studi in merito alle differenze di genere; sembra che sin dai primissimi mesi di vita si abbia già le idee chiare sulla differenza tra i sessi, sia dal punto di vista sociale che da quello fisico; tali differenze non vanno ricercate quindi nell’abbigliamento poiché oggi giorno, soprattutto in occidente, è facile trovare donne che indossano sia i pantaloni che le gonne ricoprendo contemporaneamente ruoli differenti (madri, lavoratrici, cittadine, etc).  Nel caleidoscopico ruolo che ricopre la donna ai giorni nostri è quindi immaginabile come nel corpo possano nascere degli squilibri che possono riguardare tanto l’intero organismo quanto i singoli sistemi.  Nel nostro bel paese, anche se le donne vivono più a lungo rispetto agli uomini, si ammalano di più e, ancora troppo spesso, la loro domanda di salute non trova adeguata risposta né supporto nel sistema sanitario nazionale.  L’osteopatia, negli ultimi anni è diventato uno strumento utile a migliorare la qualità di vita delle pazienti durante tutte le fasi della vita, poiché riequilibra le funzioni vitali attraverso lo stimolo neurovegetativo del tocco trovando, con le manipolazioni dolci, ampie indicazioni per tutte le fasce di età.  Durante l’arco della vita di una donna, uno degli apparati che subisce continue sollecitazioni è l’apparato uro-genitale: complesso degli organi con funzioni di riproduzione, eliminazione di tossine attraverso l’urina e con funzioni endocrine. L’apparato è connesso allo scheletro tramite legamenti, muscoli e tessuto connettivo; in condizioni meccaniche funzionali, quindi, la struttura è strettamente collegata alla funzione e viceversa. In questo sistema, arricchito dalla presenza di terminazioni nervose in zona lombare e pelvica, responsabili della contrazione e del rilassamento dei muscoli, del corretto funzionamento del drenaggio linfatico e della vascolarizzazione del sangue, disfunzioni dell’osso sacro, del coccige, del bacino e della colonna lombare possono incidere sulla funzione degli organi e viceversa. Le stesse disfunzioni, se non vere e proprie patologie, possono essere causate ad esempio da cicatrici e dalle aderenze chirurgiche (anche esiti di appendicectomia o di precedente parto cesareo) o da esiti di infiammazioni locali e tensioni del pavimento pelvico (fasciali). L’apparato genitale inoltre va incontro a problematiche, anche in assenza di trauma, ancora più comuni come i dolori mestruali, di cui in Italia soffre circa il 60-90% delle donne in età fertile. Qualsiasi problema al sistema genito-urinario e agli apparati limitrofi come quello digestivo, può alterare la mobilità dell’area e causare modificazioni del tessuto, ostacolando l’adeguato apporto di sangue e la giusta informazione neurovegetativa. Un corretto funzionamento del diaframma toracico e pelvico riduce, di contro, il rischio di congestioni tissutali migliorando l’ossigenazione dei vari apparati e riducendo il rischio di incorrere in disfunzioni. Nell’ottica di un approccio di cura multidisciplinare che integri e migliori l’inquadramento diagnostico e l’iter terapeutico a vantaggio del paziente e in cui ciascun professionista contribuisca nella propria misura e secondo le proprie competenze, l’interazione tra osteopatia, ginecologia e ostetricia diventa un connubio importante, in grado di portare miglioramenti nella salute, aumentando la qualità della vita durante le fasi più importanti della vita di una donna. L’osteopatia, nel suo approccio complementare e naturale, stimolando l’organismo all’autoregolazione, ha lo scopo di ridurre e, quando possibile, eliminare l’uso di analgesici e antinfiammatori che la donna rischia di assumere per tutta la vita, prevenire eventuali interventi chirurgici ponendo enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo.

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Il trattamento osteopatico se ripetuto nel tempo aiuta a fortificare l’organismo, evitando l’instaurarsi di quel circolo vizioso per cui la cura farmacologica è portata a subire ricadute poiché il farmaco lo ha reso più debole e dunque tende ad ammalarsi di più. Il trattamento osteopatico in ambito ginecologico, nello specifico, risulta una valida terapia di supporto alla medicina tradizionale e trova principali indicazioni nella cura ad esempio della sindrome premestruale e intermestruale (dismenorrea), nelle anomalie e nei disturbi vescicali, nel prolasso, in gravidanza e post parto (che approfondiremo in seguito), nel caso di ovaio policistico, endometriosi, aderenze pelviche, etc. L’osteopata quindi interviene per il recupero della mobilità della struttura, per diminuire le tensioni fasciali, cicatriziali, viscerali e per ridare armonia all’intero sistema, restituendo plasticità ed elasticità durante periodi in cui l’organismo della donna subisce forti stress.

 

 

IL “JUNK FOOD” PUO’ COMPROMETTERE LA FUNZIONALITA’ TESTICOLARE

Sembra che il cibo spazzatura sia associato a inferiore conta degli spermatozoi, così come a compromissione della funzionalità testicolare. A rivelarlo è uno studio non ancora pubblicato, ma presentato in occasione dell’European Society for Human Reproduction and Embryology (Vienna 23-26 giugno). “Il numero di spermatozoi è diminuito nei paesi occidentali negli ultimi decenni e determinarne cause e fattori di rischio è fondamentale” afferma Feiby Nassan, dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health, negli Stati Uniti, che sottolinea come questo fenomeno coincida con un peggioramento della qualità dell’alimentazione. La riproduttività maschile diminuisce di anno in anno: si stima che negli ultimi 50 anni il numero e la concentrazione degli spermatozoi siano diminuite del 40%. I ricercatori hanno valutato dieta, qualità degli spermatozoi, ormoni riproduttivi e stile di vita di 2.935 giovani danesi in buona salute, attraverso dati raccolti tra il 2008 e il 2017 durante la visita medica per l’idoneità al servizio militare. I partecipanti sono stati divisi in 4 gruppi in base alle abitudini alimentari: occidentale (soprattutto junk food e snacks), prudente (pesce, pollo e prodotti freschi), scandinavo (carni lavorate, cereali integrali, prodotti caseari) e vegetariano. Mentre gli uomini appartenenti al gruppo “prudente” avevano maggior numero di spermatozoi, inferiori livelli di estradiolo e più alta concentrazione di globulina legante l’ormone sessuale, quelli del gruppo occidentale avevano minori livelli di inibina B e alte concentrazioni di testosterone libero. Anche se non dimostra una casualità tra dieta e spermatozoi, lo studio si aggiunge alle diverse pubblicazioni che ne mostrano il legame, confermato inoltre da revisioni sistematiche. Questo legame potrebbe essere spiegato dalla correlazione tra alti livelli di specie reattive all’ossigeno con i maggiori danni al DNA degli spermatozoi e la loro minore mobilità. In questo caso come indicato da Albert Salas-Huetos, della University of Utah, negli Stati Uniti, gli antiossidanti e alcuni nutrienti possono essere d’aiuto. Inoltre, è da considerare il possibile impatto sul DNA a lungo termine. “La salute riproduttiva è un barometro della salute generale e dovrebbe essere presa sul serio, non solo per la vostra salute e la vostra capacità di concepire, ma potenzialmente per la salute dei vostri bambini” conclude Natan Bar Chama, direttore della medicina riproduttiva maschile e chirurgia del Mount Sinai, negli Stati Uniti.

ESHRE 2019

 

L’IMPORTANZA DELL’ALLATTAMENTO ESCLUSIVO AL SENO

Se l’allattamento al seno venisse prolungato secondo le linee guida dell’OMS, si potrebbe ottenere un risparmio di costi sanitari e una prevenzione di morti premature e malattie.

Le raccomandazioni dll’OMS sono di allattare il bambino esclusivamente al seno per i primi 6 mesi di vita e di nutrirlo con una dieta a base di latte materno fino ai 2 anni.

L’allattamento a seno può aiutare a prevenire diarrea e polmonite, le 2 cause principali di morte infantile, e protegge le madri dal cancro al seno e alle ovaie.

A livello mondiale però solo il 40% dei bambini al di sotto dei sei mesi, vengono allattati esclusivamente al seno.

I fattori che ostacolano l’allattamento al seno vanno dalla mancanza di strutture, alle difficoltà legate ai ritmi di lavoro, alla spinta commerciale verso il latte artificiale, allo stigma che colpisce ancora molte donne che allattano in pubblico.

Spetta noi operatori sanitari promuovere e divulgare la cultura del latte a Km 0!!!

DIETA CHETOGENICA E ALZHEIMER

Investigatori della Johns Hopkins University School of Medicine of Baltimora hanno scoperto che quando gli anziani con decadimento cognitivo lieve (MCI) hanno cambiato la loro dieta con una DIETA CHETOGENICA a basso contenuto di carboidrati, hanno avuto un modesto miglioramento della memoria cosa che nessun farmaco fino ad ora è riuscito a realizzare.

Il cervello normalmente utilizza il glucosio come combustibile primario, tuttavia per le persone con Alzheimer (AD), in fase iniziale, la capacità di metabolizzare il glucosio è faticosa.

Risultati preliminari hanno stabilito che cambiando le abitudini alimentari di individui che hanno MCI o AD in fase iniziale con una DIETA CHETOGENICA ricca di grassi e povera di zuccheri e amidi, il cervello e il corpo iniziano ad usare i CHETONI prodotti durante la metabolizzazione del grasso come fonte alternativa di energia.

Confrontando i risultati dei test sulla memoria a breve termine nei pazienti a dieta chetogenica, si è evidenziato un miglioramento di un paio di punti rispetto ai pazienti ai quali non c’è stata una restrizione di carboidrati.

Ulteriori evidenze scientifiche sono necessarie per la conferma di questi risultati.

 

BEVANDE ZUCCHERATE E CANCRO, ANCORA UN’EVIDENZA

(Reuthers Health) – Il consumo di bevande zuccherate è cresciuto in tutto il mondo negli ultimi decenni ed è legato all’obesità che, di per sé, aumenta il rischio di cancro.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di limitare il consumo di zucchero a meno del 10% del loro apporto energetico totale, ma, allo stesso tempo, afferma anche che un’ulteriore riduzione a meno del 5%, circa 25 grammi al giorno, sarebbe più salutare. Il British Medical Journal, ha pubblicato uno studio francese che accende i riflettori sul consumo di bevande zuccherate e sviluppo di neoplasie.

Questo studio ha analizzato i dati relativi a 101.257 adulti francesi – 21%uomini e 79% donne – valutandone il consumo di bevande zuccherate. I partecipanti sono stati seguiti per un massimo di 9 anni, tra il 2009 e il 2018, per stimare il rischio di sviluppare tutti i tipi di tumore e alcune forme specifiche come il tumore della mammella, del colon e della prostata.

I risultati hanno mostrato che un aumento di 100 ml al giorno nel consumo di bevande zuccherate era associato ad un rischio aumentato del 18% di cancro in generale, e del 22% di tumore alla mammella.

Quando i soggetti sono stati divisi tra consumatori di succhi di frutta e consumatori di altre bevande dolci, entrambi i gruppi hanno presentato un rischio superiore di cancro in generale.

Per il tumore alla prostata e per quello colorettale non è stato riscontrato alcun legame, ma i ricercatori hanno affermato che ciò potrebbe essere avvenuto perché il numero di casi di questi tumori tra i partecipanti allo studio, era limitato.

“Anche se questo studio non offre una risposta definitiva di nesso causale tra zucchero e cancro, si aggiunge al quadro generale di evidenza contro lo zucchero”, dice Amelia Lake, esperta di alimentazione per salute pubblica presso la britannica Teesside University, “Ridurre il quantitativo di zucchero nella dieta è estremamente importante”.

 

 

Fonte: BMJ

Gareth Jones

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Nutri&Previeni)

ORMONI BIOIDENTICI IN MENOPAUSA

Sono estratti da piante come la soia e l’igname ed hanno una struttura chimica identica agli ormoni prodotti dal nostro corpo, essendo identici ai nostri ormoni vengono riconosciuti come propri e quindi funzionano come se il nostro corpo li avesse prodotti da solo. Inoltre un altro grande vantaggio è che la loro combinazione può essere studiata su misura per ogni singola paziente, la personalizzazione è un vantaggio immenso anche in termini di risultato ottenuto.
Ovvio che ancora una volta il benessere è però il frutto di diversi fattori combinati. Lo stile di vita influenza il nostro invecchiamento in maniera significativa.
In particolare la alimentazione ha un ruolo determinante. Le donne giapponesi dell’isola di Okinawa si nutrono di pesce crostacei e non consumano latte vaccino e questo ha determinato una netta riduzione dei casi di tumori ormonodipendenti e di malattie cardiovascolari, a conferma dell’influenza della alimentazione sulle malattie.
Molte sono inoltre le ricerche che dimostrano l’importanza della integrazione con minerali e vitamine per la salute in generale e per la densità ossea, questo in relazione all’impoverimento dei cibi: a fronte della abbondanza si ha un netto calo della qualità e quindi del potere nutrizionale. Inoltre con l’invecchiamento l’apparato digerente perde efficienza e non riesce a scomporre e assimilare le sostanze nutritive dal cibo assunto quotidianamente e ciò è dovuto ai cambiamenti ormonali. L’assorbimento dei micro e dei micronutrienti è quindi dipendente da diversi cofattori che lavorano in sinergia.
Salvia, agnocasto, dioscorea, cimicifuga sono piante che funzionano molto bene per ridurre le vampate e gli altri sintomi della menopausa ma con evidenze diverse in ogni singola paziente proprio in relazione ai suddetti cofattori che ne influenzano l’assorbimento.
Da ciò si evince quanto sia importante curare la persona nel suo complesso cioè nel suo insieme di organi e funzioni :alimentazione, qualità del sonno, stato di stress, regolarità del sonno, stato di idratazione, attività fisica condizionano in maniera significativa lo stato di salute.
Nella sfida a far sì che il corpo ritrovi l’equilibrio naturale gli ORMONI BIOIDENTICI si collocano perfettamente: estradiolo, progesterone, dhea, pregnenolone, estriolo ecc possono essere proposti efficacemente in terapia con l’esatto dosaggio e le opportune proporzioni in modo personalizzato e studiato su ogni singola paziente. Ed è proprio il loro equilibrio a fare la differenza perché ogni funzione del nostro corpo dalla attività energetica a quella intellettuale, all’umore al metabolismo dipende dagli ormoni
Oggi le donne sono sempre più informate e consapevoli e richiedono soluzioni naturali per stare bene.
Come donna sto sperimentando l’esperienza degli ormoni bioidentici e posso assicurarvi che il mio percorso è condivisibile da tutte voi.