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ATTIVITA’ FISICA E SALUTE

Negli ultimi tempi si è assistito ad un crescente dibattito su cosa si intenda per “salute”. Un editoriale di Fiona Godlee, direttore del British Medical Journal, un’importante rivista scientifica internazionale, propone questa definizione di salute: “Capacità di adattarsi e di autogestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive cui la vita inevitabilmente espone”. Adattarsi sembra essere quindi la parola chiave. Ma adattarsi a cosa, a chi e, più in generale, come si può costruire e favorire la capacità umana di adattarsi e di adeguarsi? Una delle possibili risposte a questa domanda viene dal Comitato Regionale Europeo dell’OMS che nel 2011, in occasione della sua sessantesima sessione, ha confermato all’ Ufficio Regionale europeo, il mandato di elaborare una nuova politica sanitaria europea, la Salute 2020. Per raggiungere gli obiettivi della Salute 2020, sono necessarie politiche efficaci per l’invecchiamento sano, in risposta al rapido invecchiamento demografico in atto in Europa. L’invecchiamento sano o attivo viene quindi definito come un processo che “permette agli individui di realizzare il proprio potenziale per il benessere fisico, sociale e mentale attraverso l’intero corso dell’esistenza e di prendere parte attiva alla società, fornendo loro al contempo protezione, sicurezza e cure adeguate quando necessitino di assistenza”.

 

L’attività fisica fa bene e non va confusa con lo sport

 

Un invecchiamento sano è collegato allo stato di salute nelle fasi precedenti della vita. Una regolare attività fisica contribuisce ad una significativa riduzione degli stati patologici degenerativi. Un’attività fisica regolare aumenta l’aspettativa media di vita inibendo lo sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete, malattie neoplastiche del colon e della mammella e depressione, riduce il rischio di fratture del femore e vertebrali ed aiuta il controllo del peso corporeo. Un’attività fisica regolare aumenta inoltre l’aspettativa media di vita contrastando lo sviluppo di malattie croniche, mitigando le alterazioni biologiche legate all’ età e le relative conseguenze sulla salute e sul benessere, e contribuendo a preservare la capacità funzionale. Per “attività fisica” s’intende qualunque movimento corporeo prodotto dai muscoli utilizzando energia: questa definizione comprende lo sport e altre attività come giocare, camminare, dedicarsi ai lavori domestici o al giardinaggio. Con “esercizio” (o “ginnastica” e, in senso esteso, “allenamento”) si indica una serie di movimenti ripetitivi, codificati e organizzati volti al miglioramento o al mantenimento di uno o più componenti della forma fisica. La riabilitazione consiste invece in una serie di attività volte a recuperare la funzione persa o ridotta in seguito ad un evento patologico o traumatico utilizzando anche gli strumenti dell’ esercizio terapeutico e della rieducazione funzionale. Lo scopo è restituire il paziente al proprio contesto di vita nelle migliori condizioni di autonomi possibili.

 

Attività fisica e Attività Fisica Adattata (AFA) non sono la stessa cosa

 

Anche se i benefici dell’attività fisica nell’ invecchiamento sono conosciuti, non tutte le forme di attività fisica producono gli stessi benefici e sono indicati per tutte le persone. Come sopra detto, l’attività fisica non è riabilitazione e quindi non può e non deve essere considerata “sanitaria” ma rientra a pieno titolo nell’ ambito delle attività che esercitano un benefico effetto sull’organismo umano e come tale da incentivare nell’ ambito della promozione di stili di vita.  Esiste una differenza tra le varie forme di attività fisica come la “ginnastica dolce” o i “gruppi di cammino” e l’Attività Fisica Adattata (AFA). Nel primo caso gruppi di persone non omogenee per età e condizioni di salute svolgono esercizi ripetitivi e uguali per tutti mentre nel secondo caso, con l’Attività Fisica Adattata, l’esercizio viene adattato alla persona generalmente affetta da una patologia cronica. La “ginnastica dolce” non tratta le patologie. Nel 1896 a Berlino fu data la prima vera definizione di APA (Adapted Physical Activity): “APA comprende ogni movimento, attività fisica o sport che può essere praticato da individui limitati nelle loro capacità da deficit fisici, psicologici, mentali o da alterazioni di alcune grandi funzioni”.

L’AFA secondo quando definito nel Piano di Indirizzo della Riabilitazione del Ministero della Salute del 2011, ha diversi ruoli: “ricondizionare al termine della riabilitazione, combattere l’ ipomobilità, favorire la socializzazione. promuovere stili di vita più corretti (prevenzione) ed appare quindi come un valido presidio in grado non solo d’interrompere tale circolo vizioso, ma di creare un circolo virtuoso. L’AFA non è attività riabilitativa, ma di mantenimento e prevenzione, finalizzata a facilitare l’acquisizione di stili di vita utili a mantenere la migliore autonomia e qualità di vita possibile. Da Un’AFA svolta con regolarità potranno derivare: miglioramento del cammino, della resistenza allo sforzo, minori difficoltà a compiere le attività della vita quotidiana necessarie per l’autonomia in ambito domestico e fuori casa; essa, inoltre, favorisce ed incentiva la socializzazione, migliorando il tono dell’umore, la motivazione, le relazioni sociali e familiari.

Infine non va dimenticato il valore dell’AFA in senso educazionale-formativo attraverso il coinvolgimento attivo del soggetto nel proprio progetto di salute e di autonomia possibile, grazie alla promozione di una regolare attività, e di più appropriati stili di vita.

I luoghi in cui si svolgono le AFA, possono essere palestre comunali, strutture protette, associazioni, centri fitness, spazi all’aperto (piste ciclabili, percorsi vita, ecc), comunque non ambienti sanitari”.

 

Tutti devono mantenersi fisicamente attivi

 

Per gli adulti dai 65 anni in poi, l’attività fisica include quella praticata durante il tempo libero, gli spostamenti (ad esempio a piedi o in bicicletta), le attività lavorative (per gli individui ancora in servizio), il gioco, i lavori domestici, lo sport e altri esercizi di tipo programmato, nel contesto dell’attività quotidiana, familiare e della comunità.

Un’attività fisica praticata con regolarità, può migliorare la salute cardiorespiratoria, il tono muscolare, la salute funzionale e ossea, ridurre il rischio di malattie non trasmissibili, di depressione e di declino delle funzioni cognitive. Per tali attività valgono le seguenti raccomandazioni:

  1. Gli adulti dai 65 anni in poi dovrebbero praticare almeno 150 minuti di attività fisica di tipo aerobico di moderata intensità nel corso della settimana, oppure praticare almeno 75 minuti di attività fisica di tipo aerobico di intensità elevata nel corso della settimana, oppure una combinazione equivalente di attività di intensità moderata ed elevata.
  2. L’attività di tipo aerobico dovrebbe essere praticata per periodi continuativi della durata di almeno 10 minuti.
  3. Per ottenere benefici aggiuntivi per la salute, gli adulti appartenenti a questa fascia di età dovrebbero aumentare l’attività fisica di tipo aerobico di intensità moderata fino a 300 minuti a settimana, oppure praticare 150 minuti di attività fisica di tipo aerobico di intensità elevata a settimana, oppure una combinazione equivalente di attività di intensità moderata ed elevata.

 

tratto da: Vol. 31 – N. 1- GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA RIABILITATIVA

Maurizio Massucci, Donatella Bonaiuti, Bruna Lombardi, Lorenzo Panella

(gruppo tecnico per l’elaborazione del documento)

 

 

 

RADICALI LIBERI

I radicali liberi possono avere un’origine sia esogena che endogena. Per esempio si producono banalmente con la RESPIRAZIONE perché respirando noi ossidiamo. E’ il principio per cui i libri vecchi diventano di colore marroncino, perché si ossidano.

L’uomo non è nato con il bisogno di antiossidanti perché li introduceva attraverso l’alimentazione e cioè mangiando le piante. I vegetali in realtà sono molto ossidati perché più stanno al sole più producono O2 e si ossidano ma per proteggersi producono naturalmente ANTIOSSIDANTI.

Per l’uomo i migliori antiossidanti sono quelli che si trovano nelle piante esposte al sole. Tutto ciò che viene fatto maturare nelle serre contiene un quantitativo minimo di antiossidanti. Impariamo a mangiare secondo stagione.

Gli antiossidanti hanno colori perché sono dei sali. Impariamo a mangiare a colori.

Il nostro benessere è legato al terreno, se il terreno è depauperato di nutrienti, le colture ne saranno prive. Inoltre l’industria raffina ulteriormente i cereali. Impariamo a mangiare farine non raffinate.

Ricordarsi sempre che le malattie sono legate a ciò che ingurgitiamo per anni.

NEURONI A SPECCHIO ED EMOZIONI

L’attivazione avviene nella corteccia CINGOLATA del CERVELLO ed avviene in caso di DOLORE PROPRIO o ALTRUI. Sono i neuroni a specchio delle emozioni.

Se ne parla in uno studio pubblicato su CURRENT BIOLOGY dagli esperti dell’ISTITUTO OLANDESE PER LE NEUROSCIENZE.

I ricercatori hanno registrato l’attività cerebrale nei ratti sottoposti a stimoli dolorosi e si è visto che la reazione di paura che li portava ad immobilizzarsi, nasceva dall’attivazione degli stessi neuroni della corteccia cerebrale che si accendono quando gli animali provano dolore sulla propria pelle. Secondo Christian Keyser questo accade nella stessa regione del cervello sia nei ratti che negli esseri umani. Questo studio dimostra anche che condividiamo i meccanismi fondamentali dell’EMPATIA con animali come i ratti e quindi la capacità di sentire le emozioni degli altri è profondamente radicata nella nostra evoluzione.

 

Tratto da POPULAR SCIENCE MEDICINA

FICO D’INDIA: effetti disintossicanti

Protegge il fegato dalle tossine ambientali che possono essere implicate nel DIABETE. Inoltre molte tossine quali pesticidi e micotossine che si sviluppano per una cattiva conservazione degli alimenti, sono implicate anche nel promuovere danni alla TIROIDE.
L’estratto di FICO D’INDIA protegge le cellule e i loro nuclei dagli effetti citotossici e genotossici del potente estrogeno ZERALENONE una micotossina che è un interferente endocrino.
In natura si trova in particolare nel mais. Importante anche ricordare che tutti gli XENOESTROGENI sono implicati anche nel danno vascolare, nell’infiammazione di organi quali fegato e reni, in malattie cardiache ed in eziologia dell’OVAIO POLICISTICO.
Il fico d’india inoltre è molto ricco di potassio e aumenta la diuresi.
In Sicilia fin da tempi lontani nella medicina popolare i CLADODI di OPUNTIA FICUS – INDICA sono stati usati per il trattamento dell’ulcera gastrica.
Sono in corso ricerche nell’azione di NEUROPROTEZIONE e ANTITUMORALI esercitate dalle pale del fico d’india.

Tratto da AGEMONY
aging in harmony

Mauro Miceli

STRESS: LA CURA È NEL VERDE

L’arma migliore per combattere lo stress è la natura. Secondo lo studio della University of Michigan, pubblicato su Frontiers in Psychology, trascorrere almeno 20 minuti al giorno a contatto con il verde sarebbe sufficiente a ridurre il principale ormone dello stress, il cortisolo.
“Sapevamo che trascorrere del tempo immerse nella natura ha effetti anti-sterss, ma finora non era noto in quali ‘dosi’ e in che maniera ‘assumere’ il contatto con la natura”, afferma Mary Carol Hunter, che ha condotto il lavoro. “Il nostro studio mostra che i risultati maggiori si ottengono trascorrendo da 20 a 30 minuti seduti o passeggiando in qualsiasi luogo che ci trasmetta il senso di vicinanza alla natura”.
La ricerca è stata condotta su un gruppo di volontari che per otto settimane hanno dovuto trascorrere del tempo in luoghi naturali, come un parco, ma senza fare sport, conversare con amici o svolgere altre attività che possono già di per sé avere un’influenza sullo stress. Ai volontari è stata misurata a più riprese la concentrazione del cortisolo nella saliva. E’ emerso che l’ormone diminuisce a partire dai 20 minuti trascorsi a contatto con la natura; la concentrazione cala in proporzione al tempo trascorso fino a un calo massimo a 30 minuti di immersione nella natura.
“I clinici possono usare i nostri risultati come regola basata sull’evidenza per stabilire come prescrivere il contatto con la natura”, afferma Hunter. “Il nostro studio fornisce le prime stime di come l’esperienza a contatto con la natura impatti sui livelli di stress nel contesto della normale vita quotidiana”.

AD OGNI ETA’ IL SUO SPORT

Sport di squadra come il basket, calcio e pallavolo, ma anche corsa, nuoto e ginnastica per i più piccoli. Corsa, tennis e bicicletta per gli adulti e ginnastica a corpo libero, camminate, Tai Chi e Pilates, per gli anziani. Ogni età ha bisogno del proprio sport a seconda delle esigenze che il fisico ha. A suggerirlo sono gli ortopedici della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot), in occasione della giornata mondiale dello sport, il 6 aprile.
In ogni fase della vita si possono trarre benefici dall’attività sportiva. “Noi ortopedici – evidenzia Francesco Falez, presidente Siot – dobbiamo indirizzare chi è in accrescimento anche verso uno sviluppo armonico. Man Mano che la persona cresce, i benefici dello sport non sono solo osseo-articolari ma anche sistemici: aumenta le endorfine, accresce lo stato di benessere e migliora tutti gli altri apparati. Nella tarda età diventa fondamentale perché lo scheletro, e ovviamente l’osteoporosi, sono direttamente correlate ad un’attività più o meno intensa”.
“In un adulto – aggiunge Falez – basta praticare attività fisica due volte a settimana; tre volte a settimana vanno bene per un adolescente, mentre per una persona anziana è sufficiente una volta”. Nel bambino lo sport aiuta a sviluppare il coordinamento motorio. Se il piccolo ha problemi di scoliosi, è preferibile indirizzarsi verso sport simmetrici piuttosto che unilaterali: basket e volley, sono, ad esempio da preferire al tennis. Nell’adulto è importante la preparazione, per non incorrere in tendinopatie o sovraccarichi funzionali. Nell’anziano è indicato invece ciò che mantiene il coordinamento e il movimento armonico che sollecita lo scheletro e la muscolatura.
La Siot si sofferma infine sul trauma sportivo, consigliando di agire con cure appropriate anche alla ripresa rapida dell’attività, possibile grazie all’evoluzione delle tecniche chirurgiche, oltre che degli aspetti riabilitativi.
In realtà è vero che ogni età ha il suo sport, ma l’impegno fisico si deve correlare allo stato di salute in generale, quindi ogni singolo individuo va valutato per il momento che sta vivendo….La terapia fisica condiziona i ritmi ormonali, la alternanza tra sonno e veglia e lo sviluppo del microbiota intestinale. Bisogna affidarsi solo a personale esperto, medico e paramedico, che sappia correlare il tipo di attività non solo alla età ma anche allo stato psicoemozionale.

OZONO

OZONO: molecola costituita da tre atomi di ossigeno, la sua formula è O3; è un gas con odore pungente ed è un normale costituente dell’atmosfera. In medicina si ottiene sottoponendo l’O2 medicale a scarica elettrica e/o a raggi ultravioletti.
Si utilizza quindi una miscela di OSSIGENO OZONO detto OZONO MEDICALE che è un gas FORTEMENTE instabile. Le indicazioni e l’uso dell’OSSIGENO OZONO TERAPIA si basano sulle proprietà BIOCHIMICHE DELL’OZONO.
Un agente OSSIDANTE è un composto che “ruba” elettroni ad altri agenti. L’ossigeno è un potente OSSIDANTE.
L’OZONO aumenta la disponibilità di ossigeno nei tessuti dell’organismo. A contatto con i liquidi del corpo ha azione breve, ossidante (si decompone e scompare in pochi secondi) antiossidante duraturo ed efficace dal punto di vista terapeutico.
Quindi l’effetto BIOLOGICO dell’ozono si basa sul suo “ESSERE OSSIDANTE” e sulla RISPOSTA ANTIOSSIDANTE del tessuto che viene sottoposto a ozonoterapia.
EFFETTI collaterali quasi nulli e dipendenti dalle vie di somministrazione.
L’ozono agisce sul METABOLISMO:
• GLUCIDICO
• PROTIDICO
• LIPIDICO

OSSIGENO OZONO TERAPIA

Azione antiinfiammatoria, antiedemigena, antidolorifica a sostegno dei globuli rossi e riattivante il microcircolo, riduce la viscosità e l’aggregazione piastrinica, agisce sullo scorrimento del sangue facilitando gli scambi metabolici; azione antibatterica, antimicotica e virustatica; azione rigenerante i tessuti, cicatrizzante, neurotrofica.
E’ fondamentale che nelle applicazioni terapeutiche vengano seguite delle linee guida a cui si adeguano i medici iscritti a società di ossigeno ozonoterapia.
Quali malattie traggono beneficio?
• artriti, artrosi, tendiniti e dolore cronico;
• ernie discali;
• insufficienza venose, capillaropatie;
• DISTURBI DELLA MEMORIA, ESITI DI ICTUS;
• sostegno delle sclerosi multiple;
• SINDROMI SENILI, morbo di Alzheimer e Parkinson;
• INFEZIONI CRONICHE;
• EPATOPATIE;
• infiammazioni croniche intestinali, colon irritabile, Crohn, colite ulcerosa;
• PROBLEMI DI IPERTROFIA PROSTATICA;
• CISTITI;
• VAGINITI;
• HERPES, eczemi, acne, psoriasi, micosi;
• PATOLOGIE ALLERGICHE, RINITI;
• FIBROMIALGIA, sindrome della fatica cronica;
• ASTENIA su base funzionale e organica, FATIGUE;
• sostegno ai pazienti NEOPLASTICI anche in corso di chemio/radio;
• PIAGHE DA DECUBITO.
NON HA CONTROINDICAZIONI ed è dotato di grandi proprietà curative.
Può essere usato come GENTE TERAPEUTICO tramite diverse vie di SOMMINISTRAZIONE:
INTRAMUSCOLO, SOTTOCUTE, INTRADERMICA, ENDOVENOSA, PER CONTATTO, INSUFFLAZIONI VAGINALI, RETTALI, VESCICALI, NASALI, attraverso oli, acque e creme ozonizzate.
Nessun evento avverso. Studio in Germania su 400.000 casi e 1.000.000 di applicazioni: 7 casi di complicanze.
L’ozono può essere applicato con risultati incredibili come cura palliativa nel paziente anziano non solo per quanto riguarda le malattie oncologiche ma tutte le forme di patologie croniche ed evolutive spostando il focus dal TO CURE al TO CARE con notevoli vantaggi anche in termini economici.
Le cure palliative in Italia sono state riconosciute nei Livelli Essenziali di Assistenza L.E.A.
L’ossigeno ozono si rivela particolarmente efficace nella popolazione over 65 nella quale il 30% ha limitazioni motorie. Si associa in modo eccellente alla fisioterapia e alla terapia fisica mirata con personal trainer.
Evidenze scientifiche delle proprietà e applicazioni mediche dell’ozono terapia sono disponibili su PubMed (www.pubmed.com) con più di 1500 lavori pubblicati. Consultare anche il sito della NUOVAFIO.
Per concludere: il paziente anziano va visto in una visione olistica evitando la comparsa della cosiddetta patologia iatrogena causata da eccesso di farmaci. In questo campo a molto può contribuire l’ossigeno ozono terapia che apre a cure alternative che non compromettono ulteriormente la salute dell’anziano con uno smodato uso di farmaci ma riescono a migliorare la qualità e la durata della vita, curando contemporaneamente più malattie con un unico farmaco: l’ozono.

CONSIGLI DIETETICI secondo la medicina funzionale

Ciò che fa nettamente la differenza non è la quantità di cibo che si consuma ma la QUALITÀ.
Il regime alimentare deve regolare il nostro asse ormonale verso l’accumulo o il consumo del grasso e ciò può avvenire solo se il nostro cervello riceve un segnale di “dispensa piena” cioè la nostra molecola di stimolo che si chiama LEPTINA funziona solo se l’alimentazione è abbondante.
Fattori di stimolo:
Attività fisica regolare
Adeguato consumo di proteine
Adeguato apporto di calorie sane.
Inoltre è importante capire che CORPO e MENTE sono una cosa sola, se il corpo sta male, sta male anche il nostro cervello.
Bisogna sforzarsi di dormire la notte perché chi non dorme accumula peso aumentando la massa grassa perché da allo organismo un segnale di stanchezza e di mancato recupero.
Anche lo stress può generare ingrossamento e ritenzione idrica attraverso l’azione del cortisolo, ormone dello stress.
Basta diete ipocaloriche.
Dallo squilibrio e dalla fame derivanti da tali diete è nato il problema che ha innescato il circolo vizioso di perdere e poi riprendere subito peso.
Quando c’è un attacco di fame non ci si punisce digiunando ma aumentando la quantità di CIBO SANO assunto a COLAZIONE in modo da massimizzare lo stimolo metabolico.
Durante i primi mesi di dieta non deve esistere flessibilità alle regole appena esposte.
Occorre fare delle scelte di vita e poi avere forza interiore e motivazione per mantenerle.
Ma queste scelte non sono difficili perché non impongono il digiuno.
All’inizio si perde MASSA GRASSA e non PESO perché aumenta la MASSA MUSCOLARE e questo è importante per innescare un circolo metabolico che porta a dimagrire senza riprendere il peso di prima.
La ghiandola principalmente implicata in questo percorso è la TIROIDE, se è pigra si alza il TSH ma se si da il farmaco si blocca il lavoro della tiroide.
Bisogna, per fare lavorare la tiroide, sfruttare gli stimolanti naturali che sono: normocalorie, normoproteine, cronobiologia della dieta (orario in cui si mangia), attività fisica e vitamine.

CONSIGLI PRATICI

Cucinare tutti i pasti della giornata, no cibi pronti.
Sapersi organizzare. Imparare a fare la spesa.
Seguire la stagionalità di frutta e verdura, provenienza locale a km 0, e meglio se è biologica.
Si può scegliere anche frutta essiccata ma SENZA ZUCCHERO e solfiti.
No a bevande zuccherate, gassate, the dolci e bevande con dolcificanti.
Scegliere PANE, PASTA e RISO SOLO INTEGRALI.
Preferire i semi (cereali e legumi), avena, farro, orzo, riso selvatico e grano saraceno, meglio non soffiati ma in fiocchi.
Nei DOLCI solo farine integrali, con aggiunta di poco miele, grassi vegetali di buona qualità, olio extravergine di oliva o da singolo seme tipo lino, girasole, marmellate senza zuccheri aggiunti e uva sultanina al posto dello zucchero.
No a biscotti, dolci, merendine in sacchetto e cereali da colazione nelle scatole, barrette energetiche.
Si a yogurt BIANCO INTERO, formaggi freschi e stagionati ma privi di conservanti: crescenza, caprino, ricotta, parmigiano, pecorino e caciotte SONO CONSENTITI, A ROTAZIONE una o due volte a settimana non dimenticando mai che il formaggio spesso è una aggiunta di torte salate o primi.
Carne solo italiana e biologica. Salumi: assenza di conservanti e polifosfati.
Pesce: fresco o surgelato ma senza conservanti.
No cibi in scatola, in particolare no a frutta e mais.
Oli come già detto, di oliva o di mono seme, anche il burro, in piccole quantità che è più adatto alla cottura.
Aceto si
Salse: maionese fatta in casa, tahin con semi di sesamo e hummus con ceci.
Piccole regole ma si può fare tanto per la salute

FERTILITA’ MASCHILE E MALATTIE METABOLICHE

Interessante contenuto di un articolo di gennaio 2018 apparso su IO UOMO (Società Italiana di Andrologia).
I valori considerati normali nella valutazione di uno SPERMIOGRAMMA sono cambiati per il PEGGIORAMENTO DELLA QUALITA’ DEL LIQUIDO SEMINALE.
Al primo posto in questo cambiamento è ascrivibile il CAMBIAMENTO DI STILE DI VITA : tabagismo, stress, malattie sessualmente trasmesse, vita sedentaria, alimentazione squilibrata tutto ciò ha portato ad un AUMENTO DEL GRASSO CORPOREO con conseguenze che portano alla SINDROME METABOLICA.
Nella donna, obesità e sovrappeso sono legate ad un cambiamento della fertilità indipendentemente dall’associazione di altri fattori di rischio tipo ovaio policistico, diabete, endometriosi.
L’aumento del grasso corporeo influisce negativamente anche sulla QUALITA’ del LIQUIDO SEMINALE con conseguente riduzione della FERTILITA’ MASCHILE.
In Italia gli adulti in sovrappeso sono il 31% della popolazione e gli obesi il 10,6% con un costante incremento dell’obesità infantile.
Tutto ciò si concretizza in un ALTERAZIONE ENDOCRINA DELL’ASSE IPOTALAMO – IPOFISI – TESTICOLI con meccanismi legati a:
• INSULINO RESISTENZA
• ALTE CONCENTRAZIONI DI ESTROGENI CON RIDUZIONE DEL TESTOSTERONE
• GRASSO SCROTALE che può portare ad un aumento della temperatura dei testicoli con peggioramento della qualità e quantità del liquido seminale.
La concentrazione degli spermatozoi negli obesi è ridotta di un terzo rispetto ai soggetti normopeso. Aumento dei processi infiammatori legato ad un aumento dei radicali liberi dell’ossigeno con STRESS OSSIDATIVO. Aumento del diabete mellito che influenza la fertilità sia cambiando il numero di spermatozoi, sia causando problemi di erezione.
Importante è quindi:
• MODIFICARE LA DIETA: ALIMENTI RICCHI DI VITAMINE, A KM 0, BIOLOGICI, NON CONFEZIONATI E PRIVI DI CONSERVANTI
• ABOLIZIONE DEGLI ZUCCHERI
• ADEGUATO CONSUMO DI PROTEINE SALUTARI
• ADEGUATA ATTIVITA’ FISICA, almeno 150 minuti alla settimana
Solo così si può fare in modo che la natura possa rimettersi a selezionare individui sani per portare avanti la nostra specie.

OZONOTERAPIA IN GINECOLOGIA

L’OSSIGENO OZONO TERAPIA è utilizzabile nelle infezioni dell’apparato genitale femminile perché l’ozono ha un potente effetto battericida, fungicida e antivirale; le mucose dell’apparato genitale femminile sono umide e ricche di acqua quindi molto ricettive all’ozono. L’ozono è un potentissimo disinfettante.
Il microrganismo si distrugge in base al tempo di contatto tra il disinfettante e l’acqua. Il tempo di scomparsa di un Escherichia Coli, va da pochi secondi a quattro minuti e ciò dipende dalla quantità di ozono che viene infusa.
L’OSSIGENO OZONO TERAPIA non ha controindicazioni, è una tecnica semplice ed è INDOLORE.
Si può utilizzare per:
• HPV ed HERPES GENITALE;
• DISPAREUNIA: dolore avvertito durante una normale attività sessuale;
• EPISIOTOMIA: incisione chirurgica del perineo, utilizzata per allargare il canale del parto;
• CISTITI ACUTE E CRONICHE: con urocoltura sia positiva che negativa; emorragiche resistenti ai farmaci;
• URETRITI.
L’ozono distrugge i microrganismi, aderisce e penetra nella membrana cellulare del microrganismo, ne corrode la parete e lo disintegra.
Distrugge le citochine infiammatorie ed aumenta l’espressione dei geni ad attività antidolorifica.
Riattiva il microcircolo perché aumenta la cessione dell’ossigeno.

Vie di somministrazione in GINECOLOGIA:

1. INSUFFLAZIONE VAGINALE;
2. INSUFFLAZIONE RETTALE.

Per maggiori informazioni 366 7401308 dal lun. al ven. 14.30/18.30