Interessante contenuto di un articolo di gennaio 2018 apparso su IO UOMO (Società Italiana di Andrologia).
I valori considerati normali nella valutazione di uno SPERMIOGRAMMA sono cambiati per il PEGGIORAMENTO DELLA QUALITA’ DEL LIQUIDO SEMINALE.
Al primo posto in questo cambiamento è ascrivibile il CAMBIAMENTO DI STILE DI VITA : tabagismo, stress, malattie sessualmente trasmesse, vita sedentaria, alimentazione squilibrata tutto ciò ha portato ad un AUMENTO DEL GRASSO CORPOREO con conseguenze che portano alla SINDROME METABOLICA.
Nella donna, obesità e sovrappeso sono legate ad un cambiamento della fertilità indipendentemente dall’associazione di altri fattori di rischio tipo ovaio policistico, diabete, endometriosi.
L’aumento del grasso corporeo influisce negativamente anche sulla QUALITA’ del LIQUIDO SEMINALE con conseguente riduzione della FERTILITA’ MASCHILE.
In Italia gli adulti in sovrappeso sono il 31% della popolazione e gli obesi il 10,6% con un costante incremento dell’obesità infantile.
Tutto ciò si concretizza in un ALTERAZIONE ENDOCRINA DELL’ASSE IPOTALAMO – IPOFISI – TESTICOLI con meccanismi legati a:
• INSULINO RESISTENZA
• ALTE CONCENTRAZIONI DI ESTROGENI CON RIDUZIONE DEL TESTOSTERONE
• GRASSO SCROTALE che può portare ad un aumento della temperatura dei testicoli con peggioramento della qualità e quantità del liquido seminale.
La concentrazione degli spermatozoi negli obesi è ridotta di un terzo rispetto ai soggetti normopeso. Aumento dei processi infiammatori legato ad un aumento dei radicali liberi dell’ossigeno con STRESS OSSIDATIVO. Aumento del diabete mellito che influenza la fertilità sia cambiando il numero di spermatozoi, sia causando problemi di erezione.
Importante è quindi:
• MODIFICARE LA DIETA: ALIMENTI RICCHI DI VITAMINE, A KM 0, BIOLOGICI, NON CONFEZIONATI E PRIVI DI CONSERVANTI
• ABOLIZIONE DEGLI ZUCCHERI
• ADEGUATO CONSUMO DI PROTEINE SALUTARI
• ADEGUATA ATTIVITA’ FISICA, almeno 150 minuti alla settimana
Solo così si può fare in modo che la natura possa rimettersi a selezionare individui sani per portare avanti la nostra specie.
L’OSSIGENO OZONO TERAPIA è utilizzabile nelle infezioni dell’apparato genitale femminile perché l’ozono ha un potente effetto battericida, fungicida e antivirale; le mucose dell’apparato genitale femminile sono umide e ricche di acqua quindi molto ricettive all’ozono. L’ozono è un potentissimo disinfettante.
Il microrganismo si distrugge in base al tempo di contatto tra il disinfettante e l’acqua. Il tempo di scomparsa di un Escherichia Coli, va da pochi secondi a quattro minuti e ciò dipende dalla quantità di ozono che viene infusa.
L’OSSIGENO OZONO TERAPIA non ha controindicazioni, è una tecnica semplice ed è INDOLORE.
Si può utilizzare per:
• HPV ed HERPES GENITALE;
• DISPAREUNIA: dolore avvertito durante una normale attività sessuale;
• EPISIOTOMIA: incisione chirurgica del perineo, utilizzata per allargare il canale del parto;
• CISTITI ACUTE E CRONICHE: con urocoltura sia positiva che negativa; emorragiche resistenti ai farmaci;
• URETRITI.
L’ozono distrugge i microrganismi, aderisce e penetra nella membrana cellulare del microrganismo, ne corrode la parete e lo disintegra.
Distrugge le citochine infiammatorie ed aumenta l’espressione dei geni ad attività antidolorifica.
Riattiva il microcircolo perché aumenta la cessione dell’ossigeno.
Vie di somministrazione in GINECOLOGIA:
1. INSUFFLAZIONE VAGINALE;
2. INSUFFLAZIONE RETTALE.
Per maggiori informazioni 366 7401308 dal lun. al ven. 14.30/18.30
“L’ambiente materno” ha un’elevata rilevanza sulla vita del futuro bambino. Lo stato nutrizionale delle donne sia prima che durante, può condizionare l’OUTCOME della gravidanza stessa e i processi di sviluppo del feto. Sarebbe pertanto necessaria una maggiore consapevolezza della relazione tra stili di vita e salute nelle donne in età fertile.
Adeguati livelli energetici e assunzione di micronutriente in gravidanza, si estendono per via TRANSGENERAZIONALE.
Le donne sottopeso sono maggiormente esposte al rischio di aborto nei primi tre mesi. L’obesità materna e/o l’eccessivo incremento ponderale in gravidanza possono influenzare lo sviluppo di ipertensione gestazionale, diabete e aumento del rischio di bambini con difetti del tubo neurale.
Studi recenti associano inoltre l’obesità materna ad un’elevata composizione del microbiota intestinale con aumento del rischio di malattie metaboliche nella prole.
Durante la gravidanza le scelte alimentari dovrebbero essere basate sull’assunzione di proteine, grassi alimentari, vitamine e minerali. Va favorito il consumo di pesce (a taglia piccola), carni magre, uova, latticini in quantità moderata e legumi.
Prestare attenzione ai macronutrienti in particolare agli acidi grassi polinsaturi a lunga catena n°3 la cui integrazione diminuisce il rischio di parto prematuro e le patologie allergiche nei primi anni di vita del neonato. Inoltre sembra esserci anche un’associazione con il minor rischio di depressione post parto. Vitamine e minerali hanno un ruolo chiave: variare le scelte di frutta e verdura seguendo la stagionalità e, se possibile, il KM 0.
Importante il consumo di olio extravergine d’oliva e la riduzione del consumo di sale.
L’acido folico riduce l’incidenza dei difetti del tubo neurale e la vitamina D riduce la frequenza di basso peso alla nascita.
Le donne in gravidanza devono idratarsi abbondantemente ed evitare il consumo di alcool che può aumentare il rischio di aborto e danneggiare lo sviluppo neurologico in età avanzata. Anche la caffeina va ridotta e vanno eliminate le bevande zuccherate. La dieta materna può prevenire le allergie in età pediatrica ed in particolare il mantenimento di un adeguato microbiota intestinale materno attraverso l’alimentazione ed un’ adeguata integrazione di pre e probiotici che possono influenzare il sistema immunitario.
Lo stile di vita sano in gravidanza prevede anche una ATTIVITA’ FISICA REGOLARE praticabile sin dall’inizio.
NUTRIZIONE NEL POSTPARTO
Le regole alimentari sovraesposte sono valide anche nel periodo dell’allattamento spesso sottovalutato dal punto di vista nutrizionale.
Lo stress, la stanchezza fisica e mentale, il senso di inadeguatezza e la volontà di ritrovare la forma fisica spesso impongono alla mamma scelte alimentari poco adeguate.
Vanno introdotti in particolare MICRONUTRIENTI, calcio, fosforo, magnesio, vitamina B12, vitamina D, vitamina C per l’assorbimento del ferro, B6 per la prevenzione di patologie cardiovascolari. Per la funzione antiossidante e fetoprotettiva importanza fondamentale riveste la LUTEINA contenuta nelle verdure a foglia verde, nei broccoli, nelle patate, negli asparagi e soprattutto nel latte materno. Per cui è importante integrarle in allattamento.
Per la produzione del latte bisogna mantenere un adeguato livello di idratazione attraverso acqua, the (deteinato), tisane o altre bevande non dolcificate in quanto il latte ha come suo costituente maggiore l’acqua.
Una mamma che mangia bene sarà una mamma sana e sarà un esempio per il bimbo capace in futuro di nutrirsi correttamente.
TRA LE NEUROPATIE PIU’ DIAGNOSTICATE LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE RIVESTE UN’INCIDENZA PARTICOLARE E COLPISCE PREVALENTEMENTE LE DONNE.
STUDI RECENTI DIMOSTRANO come la L-ACETILCARNITINA abbia evidenziato un effetto NEUROPROTETTIVO E ANTINFIAMMATORIOANCHE NELLA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE.
Quest’effetto si rivela mediante uno studio sulla conduzione del nervo mediano dal punto di vista sensoriale. Tale risultato è notevolmente migliorabile se si associa una terapia locale, sulla sede del dolore, di iniezioni intradermiche di una miscela di ossigeno ozono con lo scopo di modulare lo stress ossidativo con conseguente liberazione di citochine antinfiammatorie.
Ancora una volta un riscontro sulle varie possibilità di applicazione terapeutica che la OSSIGENO OZONOTERAPIA ci offre.
Lo stato nutrizionale delle donne prima del concepimento e durante la gravidanza, può influenzare l’esito della stessa. La dieta ha anche un ruolo importante sulla vita del neonato perchè le “informazioni che il cibo può dare si ripercuotono per via TRANSGENERAZIONALE.
PERIODO PRECONCEZIONALE
La nutrizione nel periodo preconcezionale è fondamentale per migliorare la fertilità ed è essenziale per lo sviluppo sano di un EMBRIONE, UN FETO, UN NEONATO e UN BAMBINO.
• ACIDO FOLICO: impedisce le insorgenze dei difetti del tubo neurale.
• VITAMINA B12: Contenuta nella carne è scarsa nei vegani e vegetariani. Riduce il rischio di
malformazioni e migliora i tassi da natalità.
• FERRO: contenuto nella carne, nelle noci, nei fagioli e nelle verdure a foglia verde scuro, riduce il
rischio di basso peso dei bimbi alla nascita e anemie in gravidanza.
• IODIO: essenziale per lo sviluppo del cervello, la sua carenza provoca ritardo del suo sviluppo.
• CALCIO: si trova nei prodotti latteo caseari, nelle ossa di pesce, nel tofu e nei fagioli. Previene i
disturbi della pressione in gravidanza.
• VITAMINA D: il recettore della vitamina D è espresso nell’ovaio, nell’endometrio e nel miometrio (utero) e
la carenza di vitamina D promuove lo sviluppo di FIBROMI ed ENDOMETRIOSI. La sua implementazione migliora
la percentuale di bambini nati vivi dopo tecniche di procreazione assistita.
• ANTIOSSIDANTI: i livelli di vitamina A, E e Zinco possono influenzare la gravidanza. Lo stress ossidativo
determina aumento del rischio di disturbi ipertensivi in gravidanza, ha effetti avversi nella produzione di
ovociti e sull’impianto dell’embrione. L’endometriosi, l’idrosalpinge e la sindrome dell’ovaio policistico
sono condizioni che possono essere causate dallo stress ossidativo con diminuzione della fertilità.
Purtroppo lo stile di vita e la qualità del cibo, nonostante in Italia si consumi frutta e verdura, hanno
reso inadeguata l’assunzione di vitamine e altri micronutrienti rivelando la necessità di integrazione.
Importante inoltre insistere sulle nuove generazioni ad osservare un corretto stile di vita correggendo i
frequenti errori alimentari.
La letteratura internazionale presenta un unanime consenso circa l’attività antibatterica, antimicotica e antivirale esercitata dall’ozono. Inoltre, se usata localmente, esercita un’azione antinfiammatoria, antiedemigena….. e miorilassante. Al recente congresso della NUOVA FIO (NUOVA FEDERAZIONE ITALIANA OSSIGENO OZONO) A CUI SIAMO ISCRITTI IO E MIO MARITO DOTT. FABRIZIO MATTI, è stato presentato un caso di completa guarigione di una paziente affetta da sindrome del nervo pudendo (dolori al rapporto, anorgasmia, dolori al basso ventre, bruciore e fastidio urinario) attraverso la somministrazione endorettale di OSSIGENO OZONO. Ulteriori riscontri sono necessari per dare conferma a questo risultato ma nella mia pratica clinica sto osservando notevoli miglioramenti e varie possibilità di applicazione dell’ossigeno ozonoterapia, metodo nel quale il credo fermamente.
NUOVI DATI METTONO IN DISCUSSIONE IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICOIN PAZIENTI A BASSO RISCHIO CARDIOVASCOLAREE CON IPERTENSIONE LIEVE.
Si è visto che non vi sono prove concrete dei benefici derivanti da un trattamento farmacologico in pazienti con ipertensione lieve e a basso rischio cardiovascolare. Per questi pazienti va valutato attentamente il profilo di BENEFICIO-RISCHIO di un trattamento farmacologico fornendo però precise indicazioni sullo stile di vita da tenere e cioè il giusto comportamento alimentare e soprattutto l’introduzione di ADEGUATA ATTIVITA’ FISICA intesa come TERAPIA e quindi prescritta dal medico e fatta applicare da figure professionali esperte (lauree in scienze motorie).
I rapporti ISTAT confermano il costante decremento della natalità e della fecondità nelle coppie italiane.
E’ aumentata l’età mediana del primo figlio da 23 anni nel 1965 a 32,3 nel 2015 ed è ancora in salita.
L’età media delle donne che si rivolgono ad un centro di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è maggiore di 35 anni nell’85% dei casi.
A tutto ciò và aggiunta un’inversione della piramide dell’età, ovvero un costante invecchiamento della popolazione con problematiche socio-sanitarie correlate.
Due sono i messaggi da recepire:
Le tecniche di PMA non possono correggere il danno ovocitario qualitativo e quantitativo correlato all’età della donna.
Pochi sono gli esami diagnostici di inquadramento.
Alla luce di queste considerazioni, quando possibile, programmare con attenzione il timing della gravidanza.
I disturbi o disordini della menopausa vengono genericamente distinti in sintomi a breve termine – o, più propriamente, sintomi della transizione menopausale o sintomi climaterici – e condizioni patologiche a medio-lungo termine, altrimenti definibili come patologie croniche menopausa – correlate.
I sintomi climaterici più frequenti sono quelli vasomotori (VMS, vasomotor symptoms – ovvero le vampate di calore/hot flashes e le sudorazioni notturne), la secchezza vaginale, i disturbi del sonno e le modificazioni del tono dell’umore.
Da notare che i VMS, che – ancorchè classificati tra gli short-term – possono persistere per decenni, di per sé impattano negativamente sulla qualità della vita anche favorendo/aggravando i disturbi del sonno e dell’umore; in tal senso, non vanno trascurate le problematiche correlate alla sessualità. Le patologie croniche a comparsa più o meno tardiva sono le malattie cardiovascolari (CVD, cardiovascular diseases), l’osteoporosi (OP) ed il decadimento cognitivo; l’allungamento dell’aspettativa di vita ne ha ovviamente incrementato l’incidenza.
Attualmente una mole crescente di evidenze dimostra che i sintomi climaterici, in particolare i VMS, possono essere dei biomarcatori surrogati per CVD, Op e decadimento cognitivo. In uno studio personale si è potuto dimostrare, ad esempio, che i sintomi climaterici – complessivamente valutati secondo la scala climaterica di Greene – si associano al peggioramento di alcuni noti fattori di rischio biochimico per aterosclerosi e CVD, in particolare trigliceridemia e rapporto trigliceridi/HDL- colesterolo.
Nella vasta coorte del trial Women’s Healt Initiative (WHI) è stato recentemente dimostrato che i VMS, in particolare le sudorazioni notturne, correlano con un più elevato rischio di diabete. E’ altresì documentato in numerosi studi, tra cui lo SWAN (Study of Women’s Health Across the Nation), un link (mediato dal sistema nervoso simpatico) tra VMS e ipertensione arteriosa: le donne con vampate di calore mostrano un’incidenza maggiore di ipertensione essenziale e di ipertensione sistolica rispetto a quelle che non riferivano le vampate. Inoltre, sempre nel WHI, un’anamnesi positiva per hot flashes protratti nel tempo correla con calcificazioni aortiche. Nell’ambito dello studio italiano The Lady Acute Coronary Sindrome, è emerso che in donne con sindrome coronarica acuta, una storia di VMS si associa ad un’età più precoce di comparsa della sindrome, indipendentemente dal “carico” della vasculopatia (addirittura più basso rispetto alle donne senza VMS) e del quadro coronarografico (simile nei due gruppi a confronto).
Sulla base anche di una recente metanalisi, quindi, emerge che le evidenze disponibili sono concordanti nella dimostrazione di una significativa correlazione tra VMS e altri sintomi climaterici ed un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, incremento “mediato” principalmente dall’impatto sfavorevole di tali sintomi sui tradizionali fattori di rischio cardiovascolare.
Altri dati suggeriscono analoghe associazioni “a medio–lungo termine” tra sintomi vasomotori/climaterici e:
Alla luce di queste considerazioni si capisce la grande importanza di gestire in maniera PERSONALIZZATA ogni singola paziente già a partire dalla fase PREMENOPAUSALE.
Diverse sono le possibilità preventive e terapeutiche che si possono proporre.
SOGGETTIVIZZARE gli interventi è una missione che il medico deve impegnarsi a capire e difendere, per dare alle persone, in questo caso alle donne, una qualità di vita migliore e un sano approccio all’invecchiamento.