Infertilità femminile: nuove frontiere della medicina rigenerativa

Infertilità femminile: nuove frontiere della medicina rigenerativa

Quello in programma per il 30 ottobre prossimo è il primo Congresso Giovani della Società italiana di medicina e chirurgia rigenerativa polispecialistica (Simcri). “I giovani sono il presente e futuro del nostro Paese e in Simcri abbiamo voluto dar loro importanza istituendo un comitato di grande valore che favorisca lo sviluppo di un vero e proprio network nella medicina rigenerativa” ha affermato Eugenio Caradonna, presidente nazionale Simcri, sottolineando come sia fondamentale studiare l’aspetto moderno di questa medicina in modo che ai pazienti siano offerto programmi sì di cura. ma anche di prevenzione di patologie cardiovascolari e neurodegenerative.

Uno dei principali temi sarà l’infertilità femminile, o meglio la medicina rigenerativa come un rimedio su tale infertilità basato su microiniezioni e staminali. In pratica il sangue della paziente viene lavorato in modo da ottenere un concentrato di piastrine e cellule, incluse le staminale, e viene poi inserito direttamente nell’ovaio tramite microiniezioni. “Ci sono evidenze scientifiche che, sfruttando le capacità rigenerative del sangue, si possano aiutare le donne ad avere figli. Si tratta di una grande opportunità per chi ha difficoltà a restare incinta, perché permette l’ispessimento dell’endometrio che favorisce il concepimento” ha spiegato Caradonna, aggiungendo come questa stessa tecnica abbia latri ambiti di applicazione. Altri tempi previsti riguarderanno l’impego di stampanti 3D per la ricostruzione di ossa e tessuti e le medicazioni in via di sviluppo che permettono una più rapida guarigione delle ferite. In quest’ultimo caso, segnali come temperatura o PH verranno ricevuti da sensori che a loro volta permetteranno il rilascio di farmaci in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti e accelerare la riparazione.

“Quando arriverà nella pratica clinica avrà un grande impatto sulla cura delle ferite e sarà applicabile per esempio alle ulcere croniche negli anziani e ai pazienti con piede diabetico” ha precisato Caradonna. Un’altra novità è l’hydrogel, un bimateriale nel quale verranno inseriti sostanze o farmaci.

“La medicina rigenerativa si ripercuote direttamente sulla vita quotidiana delle persone, perché rende possibile la personalizzazione delle cure. Attraverso opportuni esami possiamo modificare l’approccio terapeutico, individuando i corretti percorsi riabilitativi in caso di patologie come l’osteoartrite e le malattie cardiovascolari” ha spiegato Michele Angelo Farina, presidente onorario Simcri. Un aspetto molto importante per Caradonna, come per altri, è il ruolo del laboratorio di patologia clinica nell’individuazione di cellule staminali e fattori di crescita.

 

Articolo del 29 ottobre 2021 tratto da Doctor33.it

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