Monthly Archive aprile 2021

MENOPAUSA E SINDROME METABOLICA

Il rischio CARDIOVASCOLARE nelle donne in età fertile è inferiore all’uomo. Anche per quanto riguarda la sindrome metabolica (ipertensione, ipertrigliceridemia, diabete, sovrappeso) l’incidenza è diversa in relazione al genere.

In una recente META-ANALISI pubblicata su “CLIMATERIC METABOLIC SYNDROME IN MENOPAUSE AND ASSOCIATED FACTORS” i ricercatori hanno concluso che la donna in menopausa ha un rischio maggiore di manifestare la sindrome metabolica.

Infatti in menopausa, anche in relazione al fisiologico passare degli anni, tutte le donne vedono un aumento dei parametri tipici della sindrome metabolica. Questa condizione, che dipende anche dal calo degli estrogeni, non sempre è ripristinata dalla terapia ormonale sostitutiva.

La sindrome metabolica si configura quando ci sono almeno 3 di questi 5 parametri:

  1. aumento circonferenza vita;
  2. trigliceridi elevati
  3. livello ridotto HDL
  4. pressione sanguigna elevata
  5. elevata glicemia a digiuno

Come già detto, la carenza degli estrogeni aumenta l’incidenza di questa patologia e ciò è confermato dal fatto che la donna in menopausa chirurgica, indipendentemente dall’età, aumenta il rischio di sindrome metabolica rispetto alle donne in menopausa fisiologica.

Nella meta-analisi “METABOLIC SYNDROME IN MENOPAUSE AND ASSOCIATED FACTORS” i ricercatori hanno analizzato studi che comprendevano donne in menopausa fisiologica e chirurgica in terapia ormonale e si è dimostrato che il trattamento riduce i trigliceridi e la pressione arteriosa ma non ci sono state evidenze sul colesterolo HDL e risultati non sempre a favore di LDL, obesità e insulino resistenza.

Il ginecologo deve tenere conto di questo rischio metabolico per ridurre i fattori di rischio cardiovascolare suggerendo alla donna una stile di vita adeguato comprendente una dieta sana ed una regolare attività fisica ma anche un’integrazione nutraceutica che possa regolare i valori metabolici.

L’efficacia della ozonoterapia nelle sindromi infiammatorie

L’infiammazione, o flogosi è un meccanismo di difesa non specifico innato, che costituisce una risposta protettiva conseguente all’azione dannosa di agenti fisici, chimici e biologici, il cui obiettivo finale è l’eliminazione della causa iniziale di danno cellulare o tissutale, nonché l’avvio del processo riparativo. Quindi è un meccanismo che non và necessariamente limitato, a meno che le sue conseguenze non vengano considerate pericolose o eccessivamente fastidiose.

 

L’infiammazione consiste in una sequenza dinamica di fenomeni che si manifestano con una intensa reazione vascolare. Questi fenomeni presentano caratteristiche relativamente costanti, nonostante l’infinita varietà di agenti lesivi, in quanto sono determinati soprattutto dalla liberazione di sostanze endogene: i mediatori chimici della flogosi. I fenomeni elementari che costituiscono la risposta infiammatoria comprendono vasodilatazione e aumento di permeabilità, che portano al passaggio di liquidi dal letto vascolare al tessuto leso (edema) ed infiltrazione leucocitaria nell’area di lesione. L’infiammazione serve, dunque, a distruggere, diluire e confinare l’agente lesivo, ma allo stesso tempo mette in moto una serie di meccanismi che favoriscono la riparazione o la sostituzione del tessuto danneggiato.

 

Clinicamente, i segni cardine dell’infiammazione sono, in questo ordine preciso: calore della parte infiammata, arrossamento, tumefazione, dolore, alterazione funzionale (calor, rubor, tumor, dolor, functio laesa). Sono manifestazioni delle modificazioni tissutali che consistono in: vasodilatazione, aumento della permeabilità dei capillari, stasi circolatoria, infiltrazione leucocitaria (con marginazione, rotolamento e adesione sulla superficie endoteliale di leucociti attraverso l’espressione di molecole di adesione, fase finale di extravasazione leucocitaria attraverso l’endotelio, chemiotassi per risposta dei leucociti presenti nello spazio interstiziale agli agenti chemiotattici, i quali li indirizzano verso la sede del danno).

 

Per Sindrome infiammatoria si intende invece una risposta infiammatoria sistemica (in letteratura inglese systemic inflammatory response syndrome o SIRS), ovvero uno stato infiammatorio generalizzato frutto della risposta dell’organismo (il sistema) a una presunta noxa.

 

I criteri per definire la SIRS sono:

– Frequenza cardiaca > 90 battiti al minuto

  • Temperatura corporea < 36 °C o > 38 °C
  • Aumento (tachipnea) o riduzione (bradipnea) della frequenza respiratoria
  • Numero di globuli bianchi nel sangue < 4.000 per mm³ (leucopenia) o > 12.000 per mm³ (leucocitosi), oppure aumento > 10% di forme immature di neutrofili.

 

Cause 

 

Le sindromi infiammatorie, che qui considereremo essere le infiammazioni persistenti in genere, hanno come cause più frequenti malattie infettive, presenza di foci (tessuti danneggiati, corpi estranei, patologie odontoiatriche quali periodontiti, ascessi, denti devitalizzati, denti impattati, periimplantiti ovvero infezioni intorno a impianti in titanio, diverticoli, sequestri ossei).

Il riscontro di una sindrome infiammatoria si basa essenzialmente sulle analisi del sangue, che rivelano un aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES) e la presenza di marcatori dell’infiammazione, come la proteina C reattiva (soprattutto in corso di infezioni batteriche), l’aptoglobina (soprattutto in corso di infiammazioni croniche), il fibrinogeno e l’a-2-globulina. Inoltre, le infiammazioni croniche spesso incidono sul numero e sull’aspetto degli elementi ematici: aumento del numero di piastrine e granulociti neutrofili (varietà di globuli bianchi), diminuzione della grandezza delle emazie (globuli rossi).

 

Sintomi e segni

 

Solitamente la sindrome infiammatoria si associa a un’alterazione dello stato generale (astenia, febbre, anoressia, stanchezza cronica, dimagrimento), ma anche sintomi meno evidenti quali stanchezza, mal di testa, difficoltà digestive, insonnia: una serie di sintomi che, pur non costituendo una vera e propria patologia, abbassa notevolmente la qualità della nostra vita.

Se l’infiammazione ha una durata limitata nel tempo si considera fisiologica; se permane, dobbiamo da un lato cercare di trovare e poi eliminare la causa, dell’altro rinforzare l’organismo al fine di vincere più rapidamente la battaglia contro in nemico.

Sappiamo che l’ossigeno è fonte di vita e di salute, e aumentare l’apporto di ossigeno ai tessuti sofferenti è una pratica virtuosa che aiuta la Vis Medicatrix Naturae, ovvero la tendenza innata dell’organismo all’autoguarigionea compiere il suo lavoro.

Io considero l’Ozonoterapia una branca dell’igienismo – medicina orizzontale in termini attuali – che si basa su alimentazione sana, ambiente sano, riposo, limitazione dell’assunzione di cibo fino a periodi di digiuno.

Non andiamo quindi alla ricerca del microorganismo da combattere, bensì aumentiamo l’apporto di ossigeno nei tessuti come quando in guerra si portano vettovaglie e munizioni alle truppe al fronte.

Le modalità più efficaci atte a portare ossigeno nei tessuti sono:

  • l’Ozonoterapia
  • la Camera Iperbarica
  • l’acqua ossigenata di grado alimentare

 

L’Ossigeno Ozono Terapia è un procedimento che consente – letteralmente – di fare il pieno di vitalità, restituendo energia a tutto l’organismo. Si tratta di una terapia basata sulla somministrazione, nel sangue, di una miscela di ossigeno e ozono. Il tutto avviene per auto-emotrasfusione: si preleva una piccola quantità di sangue nella misura stabilita dal medico a cui viene addizionato il mix di ossigeno e ozono, per poi rimetterlo in circolo nel corpo. La procedura è di semplice applicazione e consente di apprezzare risultati immediati già dopo pochissimi trattamenti.

La sua efficacia è legata all’azione antibatterica, funghicida, antivirale, nonché dall’azione antiossidante e di rafforzamento del sistema immunitario con benefici anti-aging e anti-radicali liberi.

Per l’esattezza, l’ossigeno sposta l’ambiente da anaerobico a aerobico, e la flora batterica, funginea e virale normalmente presente nel nostro organismo si adegua a tale ambiente facendo crescere i microorganismi aerobi – salutari – a scapito di quelli anaerobi – fonte di malattia.

Il sangue risulta rigenerato, attivo e vitale, e attraverso la circolazione apporta benessere a tutto l’organismo.

 

Come funziona l’ozono?

 

Ossigenazione

 

L’Ozonoterapia utilizza una miscela ossigeno – ozono. Questo gas essendo molto instabile determina il rilascio dell’ossigeno ai tessuti e questo si dimostra utile  nel trattamento di tutte quelle patologie caratterizzate da carenza di ossigeno.
L’emoglobina ossigenata, grazie all’azione dello ozono, trasferisce l’ ossigeno ai tessuti rendendolo più utilizzabile dall’organismo; la membrana dei globuli rossi viene resa più deformabile rendendo così più rapido e fluido il passaggio del sangue nella rete capillare del microcircolo.

 

Per Azione Antinfiammatoria

L’Ozono blocca i meccanismi infiammatori modulando la sintesi delle Prostaglandine, diminuendo i mediatori pro-infiammatori e incrementando quelli aventi attività anti-infiammatorie.
Questo determina un importante azione antiflogistica utilizzando meccanismi privi di effetti collaterali a differenza dei farmaci antiinfiammatori steroidei e non.

 

Immunomodulazione

 

L’Ozono esercita attività di modulazione sull’ interferone, sul TNF-alfa e su altre Citochine coinvolte nei processi immunitari.
Pertanto risulta utile nelle attività di difesa dell’organismo contro le infezioni, eventuali processi neoplastici e contro la Neurodegenerazione costituendo una vera e propria barriera citoprotettiva.
Inoltre modula le malattie autoimmuni permettendo di controllare e ridurre la loro attività citotossica come ad esempio avviene nell’Artrite Reumatoide, nel Lupus e nelle altre patologie infiammatorie croniche sistemiche.

Attività antibatterica, antivirale ed antimicotica.

L’ ozono possiede un’attivita’ antiinfettiva perche’ in grado di ossidare la membrana dei batteri uccidendoli. Nelle infezioni virali invece si lega alla loro membrana impedendone la replicazione. E’ utile ricordare che i batteri non possono manifestare resistenza all’ ozono.

Per riassumere in parole povere: oltre all’applicazione in caso di infezioni, disturbi del metabolismo e infiammazioni, il metodo offre notevoli miglioramenti delle difese immunitarie. Indicato anche per problematiche di dolori con iniezioni intra-articolari. Insufflazioni nasali ottime in caso di sinusite. Un vero e proprio booster di energia, che regala nuova forza e vitalità, indicato per ritrovare equilibrio e contrastare “il logorio della vita moderna”.

 

Per informazioni:

Studio medico Dott. Matti Fabrizio – Dott.sa Beccaria Cristina

Via Volturno, 33 Voghera (PV) 27058

Tel. 3667401308 (dal lun. al ven. 14.30/18.30)

mail: segreteriabeccaria@gmail.com

 

 

articolo tratto da Agemony, 10 febbraio 2021